Ringraziamo tutti coloro che con la loro presenza, più di 80 persone, hanno risposto all'appello di portare la solidarietà ai militanti, ai giovani colpiti dalla repressione per la loro attività politica di lotta e mobilitazione nei confronti di chi resiste e lotta per il salario o contro la precarizzazione del lavoro (Jobs Act) o contro il licenziamento di avanguardie operaie.
Da diverso tempo nei nostri territori numerosi compagne e compagni, lavoratori e giovani studenti sono stati condannati attraverso i decreti penali di condanna.
Sappiamo che la repressione non è un episodio isolato, ma uno strumento costante e dispiegato, utilizzato di volta in volta dalla controparte con forme e mezzi differenti per contrastare la lotta di classe.
Per questo bisogna organizzarsi affinché ogni episodio repressivo lo si possa ribaltare a nostro favore, attraverso una corretta contro-informazione verso i giovani, i lavoratori e i cittadini; promuovendo iniziative politiche adeguate alla situazione per costruire momenti di aggregazione, di mobilitazione incisivi e unitari, unendoci con quanti siano disposti a farlo, per dare risposte adeguate alla repressione.
Con questo spirito abbiamo promosso in modo unitario l’assemblea del 4 novembre.
Un' assemblea molto partecipata, con tanti giovani, un occasione per informare, per confrontarci, per approfondire la nostra conoscenza anche grazie al contributo dell’avvocato, ma soprattutto per socializzare l’esperienza che abbiamo accumulato rendendo conto di quello che abbiamo fatto, perché pensiamo che ciò che abbiamo imparato sia giusto metterlo a disposizione degli altri compagni e compagne.
Siamo nella fase in cui è indispensabile la difesa e per praticarla bene dobbiamo imparare, attraverso la pratica e la ricerca della più ampia unità a mobilitare e mobilitarsi, come la solidarietà che è un’arma straordinaria affinché vigilanza, denuncia e mobilitazione siano di ostacolo a ogni strumento repressivo messo in atto.
Parole d’ordine come “chi lotta non va abbandonato” devono essere il filo conduttore del nostro agire politico, perché chi lotta deve essere sostenuto e appoggiato, al fine di contrastare la denigrazione, lo scoraggiamento e le intimidazioni.
Noi continueremo la nostra attività di denuncia, di controinformazione e di lotta, contro il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, l’impoverimendo dei salariati, l’intensificazione dello sfruttamento, il lavoro nero, la nocività, la precarietà, la distruzione dell’ambiente, della scuola e della sanità, quello per cui ci hanno condannato, quello per cui continueremo a lottare.
Se colpiscono uno colpiscono tutti!
Comitato per la solidarietà e l’unità Casa Rossa Occupata
Da diverso tempo nei nostri territori numerosi compagne e compagni, lavoratori e giovani studenti sono stati condannati attraverso i decreti penali di condanna.
Sappiamo che la repressione non è un episodio isolato, ma uno strumento costante e dispiegato, utilizzato di volta in volta dalla controparte con forme e mezzi differenti per contrastare la lotta di classe.
Per questo bisogna organizzarsi affinché ogni episodio repressivo lo si possa ribaltare a nostro favore, attraverso una corretta contro-informazione verso i giovani, i lavoratori e i cittadini; promuovendo iniziative politiche adeguate alla situazione per costruire momenti di aggregazione, di mobilitazione incisivi e unitari, unendoci con quanti siano disposti a farlo, per dare risposte adeguate alla repressione.
Con questo spirito abbiamo promosso in modo unitario l’assemblea del 4 novembre.
Un' assemblea molto partecipata, con tanti giovani, un occasione per informare, per confrontarci, per approfondire la nostra conoscenza anche grazie al contributo dell’avvocato, ma soprattutto per socializzare l’esperienza che abbiamo accumulato rendendo conto di quello che abbiamo fatto, perché pensiamo che ciò che abbiamo imparato sia giusto metterlo a disposizione degli altri compagni e compagne.
Siamo nella fase in cui è indispensabile la difesa e per praticarla bene dobbiamo imparare, attraverso la pratica e la ricerca della più ampia unità a mobilitare e mobilitarsi, come la solidarietà che è un’arma straordinaria affinché vigilanza, denuncia e mobilitazione siano di ostacolo a ogni strumento repressivo messo in atto.
Parole d’ordine come “chi lotta non va abbandonato” devono essere il filo conduttore del nostro agire politico, perché chi lotta deve essere sostenuto e appoggiato, al fine di contrastare la denigrazione, lo scoraggiamento e le intimidazioni.
Noi continueremo la nostra attività di denuncia, di controinformazione e di lotta, contro il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, l’impoverimendo dei salariati, l’intensificazione dello sfruttamento, il lavoro nero, la nocività, la precarietà, la distruzione dell’ambiente, della scuola e della sanità, quello per cui ci hanno condannato, quello per cui continueremo a lottare.
Se colpiscono uno colpiscono tutti!
Comitato per la solidarietà e l’unità Casa Rossa Occupata